Il ministero per la Transizione energetica si appresta a emanare il decreto che definisce gli incentivi per le comunità di autoconsumo, fondamentale per poter effettuare gli investimenti necessari per la autoproduzione e lo stoccaggio dell’energia elettrica. La nuova disciplina sulle comunità energetiche rinnovabili inizia a prendere forma, dovrebbe essere definita prima della fine del 2022.
La norma si riferisce a più clienti finali, che si associano, per diventare autoconsumatori di energia rinnovabili, agendo in maniera collettiva presso edifici o condomini.

Gli impianti di produzione, alimentati da fonti rinnovabili, possono essere:
nuovi o esistenti,
di proprietà o gestiti da terzi,
non è necessario siano ubicati nel medesimo edificio o condominio.
Interi comuni, quartieri, complessi alberghieri e industriali possono creare la loro comunità energetica. Le comunità energetiche possono essere create dai consumatori finali, inclusi i clienti domestici, purché siano un soggetto giuridico autonomo, costituito da:
Persone fisiche;
Piccole o medie imprese;
Enti territoriali, di ricerca e formazione, religiosi, di protezione ambientale..;
Autorità locali, incluse amministrazioni comunali e pubbliche.
Tra le novità del Dlgs c’è l’ampliamento della potenza che può essere prodotta dalla comunità: da 200 kilowatt, previsti dalle attuali regole, si amplia ad un megawatt; con la possibilità di collegarsi alla rete di media tensione, quindi alle cabine primarie.
Le comunità energetiche rinnovabili, a norma, possono perseguire finalità più ampie rispetto all’autoconsumo di energia elettrica. Ad esempio possono promuovere forme di condivisione dell’energia termica dalle fonti rinnovabili, realizzare consorzi di acquisto o prestare servizi di efficientamento energetico o ricarica dei veicoli elettrici.

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